mercoledì 12 settembre 2018

Recensione: L'infinito tra me e te

Oggi vi parlo del primo libro pubblicato in Italia di questa autrice, Mariana Zapata, della quale ero molto curiosa da tempo di leggere qualcosa, perché scrive libri che hanno come sfondo lo sport.


Trama: Vanessa Mazur sa che sta facendo la cosa giusta. Non ha alcuna intenzione di sentirsi in colpa per aver mollato. Il lavoro di assistente tuttofare di Aidan Graves è sempre stato un impiego temporaneo. Lei ha altri piani per il futuro, ha delle ambizioni, e di certo non comprendono il ruolo di fatina personale di una star del football. E allora perché quando Aidan si presenta alla sua porta, pregandola di ripensarci, Vanessa esita? Per due anni, l'uomo che le televisioni chiamano "il muro di Winnipeg" è stato il suo incubo: neanche un buongiorno al mattino, o un sorriso il giorno del suo compleanno. Era talmente concentrato sullo sport che sembrava non accorgersi nemmeno di chi o cosa lo circondasse. Cos'è cambiato, allora? Quello che Aidan chiede, per Vanessa è semplicemente incomprensibile. Dopo il modo in cui è stata trattata, lei desidera solo dedicarsi alla sua vera passione, il design, e lasciarsi alle spalle l'indifferenza. La perseveranza di Aidan sarà in grado di farle cambiare idea? In questo genere di partite, segnare un punto richiede pazienza, gioco di squadra e una buona dose di determinazione.
Buon Dio. Mi batteva forte il cuore; ci appoggiai una mano sopra sedendomi alla scrivania. Che cazzo era quello? Quel sorriso era come una bomba nucleare che lui aveva a portata di mano. Cioè, sapevo che era affascinante, certo, ma quando sorrideva… non c’era nulla che ti preparasse a quell'arma di distruzione di massa.
Devo un attimo riordinare le idee perché ho da dire tante cose su questo libro e voglio essere il più chiara possibile.
Vi dico che questo libro è uno slow burn, ovvero il contrario dell'insta love. Il problema è che è veramente troppo slow burn, cioè voglio dire a me le insta love non piacciono e preferisco i libri in cui i protagonisti si innamorano appunto lentamente, ma qui è troppo! Non vorrei fare spoiler, ma prendetemi in parola quando vi dico che tutto accade nell'ultimo capitolo. A complicare il tutto è il fatto che il libro abbia 500 pagine, quindi non proprio una sciocchezza.
Di solito ciò che rende i libri con le slow burn interessanti è il fatto che, anche se non succede niente fino alla fine, c'è sempre quel tocco di sensualità che ti tiene incollata alla pagine e te non puoi farci niente perché è così punto e basta. Questo libro invece manca totalmente di sensualità.
Le prime 100 pagine da eliminare: non capivo niente, erano lente e noiose e stavo seriamente per abbandonare il libro. Poi mi sono detta che non era una cosa carina da fare e che dovevo stringere i denti e andare avanti, qualcosa sarebbe dovuto per forza succedere. Dopo 120 pagine circa, il libro sembra riprendersi, ma a quel punto diventa una copia di Sotto lo stesso tetto di Christina Lauren. Per carità, io capisco che alla fin fine tutti questi romance fra di loro si assomiglino e abbiano elementi in comune, ma ho proprio odiato che un libro del genere avesse una storia tanto simile a quella di un libro che pochi mesi prima avevo amato e idolatrato. A parte questo, il libro poi in effetti prende a scorrere. Il problema è che le cose interessanti accadono solo nel finale e secondo me l'autrice poteva fare in modo di imboccarci pian piano invece che farci ottenere tutto insieme alla fine.

Forse era quello che non avevo mai capito dell’amore prima di incontrare Aiden. Come il football, come l’arte, come qualsiasi cosa chiunque al mondo avesse mai voluto, l’amore era un sogno. E come qualsiasi sogno, non dava sicurezze. Non cresceva da solo. Non sbocciava senza nutrimento.
Era più grande proprio nei suoi dettagli.
Ed era più forte proprio per l’assenza di egoismo.
E poteva durare per sempre con qualcuno che non avesse paura di cogliere sempre le possibilità che offriva.

I protagonisti non mi sono proprio piaciuti.
Vanessa non l'ho veramente capita e non capisco perché decida di aiutare uno che l'ha sempre presa per il culo e che non l'ha mai considerata. Penso anche che faccia troppo la vittima, capisco quello che ha subito, ma secondo me esagera molto e lo si percepisce da come parla e dai sui atteggiamenti. Non dico che ciò che le è capitato non è niente di che o che sia normale, solo che bho, l'ho vista troppo come un cucciolo indifeso. Poi ci sono dei punti in cui casca dal pero e dici: "Ma questa c'è o ci fa?".
Aidan si sveglia così a caso di punto in bianco e si accorge di volere Vanessa al suo fianco e che ha bisogno del suo aiuto, dopo 2 anni che non se la filava nemmeno di striscio. Non vi posso nemmeno dire che mi sono innamorata di lui, come di solito accade in libri di questo genere, perché l'autrice non ci dice niente sulla sua vita e in realtà nemmeno niente di ciò che fa nel presente (sembra solo che esca di casa per giocare o allenarsi e che poi rientri per manguare e dormire, tutto qui).
Per quanto riguarda gli altri personaggi, non li ho capiti e non se ne parla nemmeno molto, quindi potevano anche non starci (tranne Zac che è quasi più interessante dei protagonisti).

In quell’istante, capii che forse mi ero un po' innamorata di Aiden. In un modo che non assomigliava per niente alla cottarella che avevo nei suoi confronti in passato, era qualcosa di diverso. Di molto, molto diverso.
La trama riportata sul retro del libro secondo me non valorizza correttamente ciò di cui parla. Se non ve lo dicessi io, non sapreste che l'evento principale del libro è quello in cui Vanessa e Aidan si sposano per motivi di convenienza, così che lui ottenga la cittadinanza e non necessiti di un visto per lo sport. Insomma, a me sembra una cosa piuttosto importante e che dovrebbe essere messa in luce nella trama, non trovate?
Inoltre, la storia presenta enormi buchi che fanno sì che il lettore si perda pezzi o che non capisca. Ad esempio, io non ho capito la storia familiare della protagonista e solo negli ultimi capitoli mi si è acceso un lumino. Non che fosse di vitale importanza, ma avrebbe caratterizzato maggiormente il personaggio e quindi me lo avrebbe fatto apprezzare di più.
Se l'autrice avesse eliminato tutti quei dettagli in più futili, il libro sicuramente scorreva meglio e magari era anche più piacevole, non sarebbe stato un capolavoro ma leggere 300 pagine è sempre meglio che leggerne 500. 
Mi dispiace perché di solito non mi piace fare recensioni negative e smontare un libro in questa maniera, però sono dell'opinione che, finché le cose si dicono con calma e chiarezza senza esagerare con i termini, non c'è niente di strano, anche perché alla fine "il mio lavoro" è quello di parlarvi dei libri che leggo e dirvi ciò che ne penso, poi è ovvio che non siamo tutti uguali e che non possono piacere le stesse cose a tutti. Non voglio andare troppo oltre perché mi sembra di aver già detto abbastanza e di essere stata anche piuttosto esaustiva.
A questo punto non so se leggerò altri libri dell'autrice, però è un peccato perché mi ispiravano veramente tanto.
Voto:


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