Trama: Natasha non crede né al caso né al destino. E neppure ai sogni: non si avverano mai. Sua madre dice che le cose succedono per una ragione. Ma Natasha è diversa. Crede piuttosto nella scienza e nella relazione causa-effetto. Ogni azione conduce necessariamente a un'altra e così via. Sono le azioni di ognuno a determinare il destino. Per intenderci, non è il tipo di ragazza che incontra un ragazzo carino in un polveroso negozio di dischi a New York e s'innamora di lui. Eppure è quel che accade, proprio a dodici ore dall'essere rimpatriata in Giamaica insieme alla sua famiglia. Lui si chiama Daniel. È il figlio perfetto, studente modello e sempre all'altezza delle molte aspettative dei genitori. Quando è con Natasha, però, tutto è diverso. Qualcosa in lei gli suggerisce che il destino abbia in serbo un che di speciale - per entrambi. Ed è come se ogni momento della loro vita li avesse preparati solo per vivere questo meraviglioso, singolo istante.
Partiamo dal fatto che non ho mai avuto la minima intenzione di leggere questo libro per colpa dell'altro testo di questo autore, Noi siamo tutto, che non mi era piaciuto proprio per niente. Il fatto però che a breve uscirà il film (agosto) e che comunque su Goodreads ne parlano tutti bene, specificando che non ha niente a che vedere con il precedente, mi ha fatto cambiare idea."Non può ridursi tutto a quest'unica giornata", dice Daniel una volta, poi un'altra. Natasha non gli confida i propri dubbi. Non gli dice che essere destinati a stare insieme non significa necessariamente per sempre
La trama è particolare, ma allo stesso tempo decisamente attuale.
Natasha è un'immigrata irregolare da ormai 8 anni negli USA, dove si è trasferita insieme alla sua famiglia nella speranza di far decollare la carriera di attore del padre. Una sera questi alza un po' troppo il gomito per festeggiare il tanto atteso ruolo in un film, si mette alla guida e viene sfortunatamente bloccato dalla polizia, che scopre la sua condizione di immigrato e lo invita a lasciare il paese e essere rimpatriato. Il mondo di Natasha cade. Abita in America da quando è una bambina e, per quanto ci sia un legame di nascita e qualche parente sparso, non ha niente in Giamaica. Decide allora di tentare in tutti i modi di rimediare a questa situazione e non si arrende nemmeno il giorno della partenza, quando finalmente ottiene un briciolo di speranza da parte di un impiegato dell'ufficio d'immigrazione che le consiglia di chiamare un avvocato esperto in materia. Ed è uscendo dall'ufficio che incontra il nostro protagonista maschile, Daniel, nato sul suolo americano da genitori coreani. E' subito colpo di fulmine. Da quel momento passeranno praticamente tutta la giornata insieme, imparando a conoscersi e apprezzandosi l'un l'altra. Ma cosa succederà quando verrà a sapere che la ragazza di cui si sta innamorando verrà rimpatriata la sera stessa?
Vi ho già detto che questo libro mi ha decisamente stupita. Mi aspettavo un polpettone di temi pesi e trattati in maniera esagerata e superficiale, ma sono felice di dirvi che non è affatto così, anzi, sembrano quasi passare in secondo piano. La storia non vuole dirci che l'immigrazione è una cosa positiva e che non esistono razze, vuole solo parlarci della nascita di una storia d'amore unica e dei problemi connessi ad essa, fornendo inoltre una vasta gamma di spunti di riflessione.C'è un'espressione giapponese che mi piace: koi no yocan. Più che un colpo di fulmine vero e proprio, descrive un colpo di fulmine a scoppio ritardato. La sensazione che provi quando incontri la persona di cui finirai per innamorarti. Magari non sarà amore a prima vista, ma inevitabilmente ti innamorerai di lei.
La storia non è solo narrata dai due protagonisti, ma si intervallano anche personaggi marginali e capitoli in cui invece non vi è alcun punto di vista, ovvero c'è una sorta di narratore esterno che approfondisce ciò di cui stanno parlando i protagonisti (come la spiegazione di alcune teorie scientifiche che Natasha espone a Daniel). Questa struttura l'ho trovata molto curiosa e nel complesso ha aggiunto un tocco di fluidità alla storia, perché mi permette di capire meglio ciò che accade senza che mi vada a cercare spiegazioni in giro.
Inoltre, meraviglia delle meraviglie, i capitoli sono estremamente brevi, e per una come me che deve sempre arrivare a fine capitolo prima di interrompere la lettura, è un toccasana.
L'unica pecca che devo fare all'autrice è sul capitolo finale, che trovo abbia un po' tirato via e scritto di fretta e furia. Tuttavia, ha degli esiti che non sono proprio quelli che uno si aspetta quando inizia a leggere il libro, ma che può benissimo dedurre oltrepassata la metà.
Abbiamo un cervello che è un portento. Inventiamo oggetti che volano. Che volano, ci pensi? Scriviamo poesia. Tu la odierai anche, la poesia, però è difficile non parlare di ‘Debbo io paragonarti a una giornata d’estate? Tu sei più amabile e più mite’ in termini di autentica bellezza. Siamo capaci di vite grandiose. Capaci di fare la storia. Perché accontentarsi? Perché scegliere la cosa più concreta e più scontata? Noi siamo nati per sognare e realizzare ciò che sogniamoVoto:


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