Oggi recensione di Lo strano caso dell'apprendista libraia di Deborah Meyler, terminato giusto appunto ieri mattina.
Trama: Esme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. È l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitatra. Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...
Mi piace andare in libreria. É il mio paradiso: qui non mi devo mettere alla prova, come sono costretta a fare di continuo alla Columbia.
Lo strano caso dell'apprendista libraia è un libro ben scritto, narrato in prima persona e con una copertina stupenda. "La Civetta" è una bellissima libreria e altrettanto lo sono coloro che lavorano al suo interno. Allora perché non mi è piaciuto? Semplicemente per colpa della protagonista.
Esme non mi è piaciuta proprio per niente. La trovo totalmente incoerente con se stessa: dice di non sentirsi pronta per avere un bambino alla sua età e che niente al mondo le farà cambiare idea, ma come il suo fidanzato la lascia, lei decide di tenerlo. Dico, solitamente non è proprio così che va, caso mai al contrario, ma vabbè sorvoliamo. Quando Mitchell la lascia, decide che non tornerà mai con lui per niente al mondo e che non gli dirà nemmeno che è incinta, eppure quando si rincontrano poi per caso non passano nemmeno 10 minuti che lei finisce nel suo letto. E ci sono tanti altri fatti di incoerenza che non concepisco.
Delle scelte che fa non ne approvo nemmeno la metà.
Il tira e molla con Mitchell è esagerato.Trovo che anche questo personaggio sia molto incoerente: all'inizio dice di voler solo sesso e che con Esme non può averlo perché lei non ne è capace, poi torna e dice che ha mentito perché pensava lei volesse lasciarlo e allora lui doveva difendere il suo orgoglio, le dice di abortire e poi cambia idea dicendole che è meglio se lo tiene perché vuole diventare padre, le chiede di sposarsi e poi la lascia a un mese dal parto perché lui è uno spirito libero e questo tipo di vita non fa per lui. O ma ripigliati bello eh!
L'unico motivo per cui ho continuato la lettura sono George e Luke, i due librai, che sono poi anche gli unici che stanno vicino a Esme sempre. George è quasi come un padre, mentre Luke è mooooolto interessante e mi aspettavo che la nostra protagonista si svegliasse e se ne accorgesse, ma questo non accade nemmeno nel finale, dunque scordatevelo proprio.
Bella anche la parte sull'accettazione dei senzatetto come aiuto nella libreria, questo ha dimostrato la netta superiorità mentale di George e Luke.
Dalla trama la mia mente aveva concepito un tipo di storia totalmente diversa, motivo per il quale sono rimasta molto delusa. Non capisco come mai non si riesca mai a trovare un libro in cui la protagonista decida di abortire: non è illegale (o almeno non lo è a New York, luogo dove è ambientata la vicenda), è una questione di scelta, quindi perché nessuno lo fa mai?
Penso che le librerie dureranno, in una forma o nell’altra. Anzi mi piace pensare che potrebbe esserci anche una rinascita.
Possiamo forse spezzare una lancia di merito sul fatto che non ho trovato clichè in questo romanzo e che purtroppo alla fine le storie d'amore di questo genere vanno sempre a finire in questo modo.
La cosa che mi ha però delusa maggiormente è il fatto che la trama prometteva un maggiore spazio ai libri, cosa che invece non c'è. Ad esempio quando parla del fatto che Esme userà i libri come terapia, non è affatto vero.
Inoltre, ho trovato troppo enfatizzate ed esagerate certe cose sulla gravidanza. Ora, non che io abbia mai avuto esperienza in queste cose o che ne sappia molto, ma mi sembra che certe cose in questo libro siano veramente troppo esagerate.
Il finale non mi è piaciuto, troppo triste e cupo. La protagonista aspetta con tutta felicità per tutto il libro di avere il bambino e quando finalmente nasce, è triste. Un finale aperto che lascia spazio all'immaginazione, quando da immaginare non c'è proprio niente. Non lo so, anche questa mi sembra una grande incoerenza.
La Civetta è piccola, e di sicuro è molto malandata, ma è piena di nobili intenzioni.
Voto:


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