Trama: Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna. In effetti dietro tutti i personaggi più in vista di Londra c’è lei: Alex Hyde, consulente per il business delle eccellenze. È lei la donna a cui gli uomini più potenti della City si rivolgono quando hanno bisogno di una strategia per affrontare i momenti di stress. Quando le viene offerta una somma incredibile per rimettere in carreggiata il rampollo della famiglia proprietaria di una grande compagnia di whisky scozzese, Alex accetta senza esitazioni: è lavoro, potrebbe farlo anche a occhi chiusi. E invece… Nessuno degli uomini che ha affiancato è minimamente paragonabile a Lochlan Farqhuar. L’erede delle distillerie Kentallen, infatti, non è abituato a sentirsi dire no. È un ribelle, e Alex deve trovare il modo di entrare nella sua testa, se non vuole che metta l’impresa di famiglia in ginocchio. Ma più si impegna per evitare il disastro, e più si rende conto che, per la prima volta nella sua vita, non è lei ad avere il controllo sulla situazione. E non è sicura che le dispiaccia.
Lochlan era molto più simile a lei di quanto pensasse: entrambi reprimevano i propri sentimenti, racchiudevano i rispettivi padri, madri e amanti in singole scatole a tenuta stagna che di rado aprivano. Era per questo che si scontravano?
Dopo questa introduzione, potete quindi capire dove andremo a parare.
Probabilmente sono stata ingannata dalla copertina, dal titolo (di cui tutt'ora mi interrogo sul significato) e dalla trama. Non è che mi aspettassi un capolavoro, ma con un'ambientazione come la Scozia e quelle premesse, poteva venir fuori un bel lavoro. E invece no.
Il libro non decolla, né subito, né a metà, né mai, giusto un po' forse alla fine, nelle ultime 60 pagine. Non ho trovato alcun tipo di chimica tra i protagonisti, tanto da arrivare addirittura a sbagliare i protagonisti della relazione (questo per farvi capire che c'era più chimica con altri personaggi che fra di loro). E quando appunto le cose iniziano a farsi interessanti, dopo 250 pagine, non ci regala nemmeno la gioia di parlarne un po' e di descriverle un minimo, tutto finito in tre righe.
Altra cosa che secondo me ha penalizzato molto sono le numerose ed esagerate descrizioni. Per l'amor di dio, giustissimo e super apprezzato il fatto che l'autrice sicuramente ha passato molto tempo a studiare i dettagli sulla produzione del whisky e su un impianto di distillazione in generale, ma secondo me ai fini di questo tipo di storia non servivano e rendono solo più pesante e lenta la narrazione. Ammetto di aver saltato interi pezzi di descrizioni per poter andare avanti.
La parte ambientata nel passato è un altro espediente che proprio non sono riuscita a capire, se non alla fine, e che ho comunque ritenuto un pezzo in più inutile e confusionario che poteva essere inserito in un'altra maniera.
Per un momento, Alex non riuscì a muoversi, non riuscì a reagire, ma istintivamente si riscosse sotto il suo tocco e, quando accostò la lingua a quella di lui, la comune frustrazione esplose in una fame che non aveva mai provato.
Ogni parola rabbiosa che si erano scambiati, ogni insulto, veniva adesso sostituito da un bacio corrispondente, un contatto reciproco, il corpo solido e sodo di lui contro quello di lei. Voleva conoscere ogni centimetro di lui, affondando le mani tra i suoi capelli, agganciando la gamba alla sua, attirandolo a se, tenendolo stretto. Voleva che quel momento durasse nel tempo; lo voleva ma, in qualche modo, si ritrovò a respingerlo di nuovo…
Ho letto numerossime recensioni su Internet e sembra che nessuno concordi con me su questo libro: tutti lo hanno trovato favoloso. Bè, un'altra delle mie mille unpopolar opinion.


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