sabato 4 maggio 2019

Recensione: Come fermare il tempo

Ecco a voi la recensione di Come fermare il tempo di Matta Haig. 


Trama: Pensate a un uomo che dimostra quarant'anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna... ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall'Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell'età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve a ogni costo difendere l'equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c'è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. "Come fermare il tempo" è una storia folle e dolceamara su come perdere e poi ritrovare se stessi, sull'inevitabilità del cambiamento e sul lungo tempo necessario per imparare a vivere.
La prima regola è non innamorarsi. Ce ne sono altre, ma questa è la principale. Non innamorarsi. Non amare. Non sognare l’amore. Se tieni fede a questa regola, andrà tutto bene.
Tom è nato nel 1581 ed è ancora vivo oggi, nel 2018. Questo perché è affetto da una disfunzione chiamata anageria, per la quale un suo anno corrisponde a 15 di quelli umani. Il che significa che adesso dimostra solo 40 anni, pur avendone 400 e passa. Nessuno gli ha mai dato una spiegazione per quello che gli stava succedendo, perché chiaramente nel passato lo avrebbero etichettato come stregone e messo al rogo. E' stato solo nella seconda metà dell'800 che ha scoperto l'esistenza di altri come lui, definiti Albatros, riuniti in un'organizzazione chiamata Società. Questa ha delle buone caratteristiche, ma anche delle regole severe: ogni 8 anni devi completamente cambiare la tua vita, altrimenti le persone potrebbero rendersi conto del fatto che tu non cambi mai. Chiaramente questo comporta la totale assenza di legami affettivi. 
Per Tom questo è un problema solo in parte: l'unico legame vero che ha avuto nella sua vita gli è stato strappato via dal tempo. Da quell'unione è però nata una figlia come lui e che Tom cerca da sempre. Questo è l'unico scopo ormai della sua vita. 
Ma non c’è mai un modo per tornare al prima. Il passato si può solo portarselo dietro, avvertirne il peso che aumenta lentamente, pregando che non arrivi mai a schiacciarti del tutto.
Avevo paura di questo libro. Inizialmente mi ispirava moltissimo per la trama, ma col passare del tempo ho perso interesse e letto qualche recensione negativa che mi ha fermamente convinta a rimanerne distante. Poi però l'ho letto.
Questo libro mi è piaciuto perché è un continuo andare avanti e indietro nel tempo, cosa che adoro particolarmente nei libri, soprattutto se è motivo di raccontare la storia del personaggio per farti capire meglio le dinamiche del racconto. Si incontrano personaggi come Shakespeare e Fitzgerald, si ha una panoramica dell'epidemia di peste e del governo nazi-fascista (ma anche di tanti altri eventi eh). Ed è proprio questo insieme che mi ha fatto divorare le prime 300 pagine, la storia di un personaggio veramente interessante che si intrecciava al suo presente. Le ultime 60 pagine sono andate poi un po' alla deriva, motivo per il quale ho deciso di non dare un voto pieno al libro. Mi rendo conto di quanto questa sia una unpopolar opinion, visto che per tutti la parte lenta è stata quella iniziale, mentre quella finale l'hanno trovata super movimentata. Non fraintendetemi, non è che la parte finale sia lenta o privi di azione, anzi, solo che l'ho trovata un po' tirata via e a tratti poco comprensibile.
Il messaggio finale è quello ovviamente di cogliere l'attimo e non dare nulla per scontato, godendosi ogni attimo della nostra breve esistenza.
È questo il problema del futuro. Non sai. Arrivato a un certo punto devi accettare di non sapere. Devi smetterla di sbirciare avanti e concentrati sulla pagina che stai leggendo
Voto:
 

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